Amore e bellezza – contemplazione e compiacenza: riflessioni sulla base del pensiero di san Tommaso d’Aquino
Può sembrare interessante che con un’esperienza così intensa della nostra esperienza del bello, esso, in quanto tale, non venga assegnato a una speciale facoltà, di cui sarebbe l’oggetto proprio —come il bene (bonum) è per la volontà e il vero (verum) per la ragione. D’altra parte, tale intensità, insieme alla vicinanza dell’esperienza della bellezza, rispetto alla percezione del bene e del vero, suggerirebbe un coinvolgimento simultaneo di più facoltà, per spiegare la grande potenza con la quale il bello influisce su di noi. In effetti, da tempo è stato notato che la bellezza coinvolge sia la ragione che la volontà (pulchrum est quod visum placet) e così costituisce esperienze specifiche, come stupore, meraviglia, fascino.